Componenti: Giovanni Belardelli (coordinatore), Anna Baldinetti, Alessandro Campi, Francesco Clementi, Loreto Di Nucci, Claudia Mantovani, Ambrogio Santambrogio, Valentina Sommella, Cristina Baldassini, Fabio Raspadori, Roberto Segatori, Marco Damiani
Oggetto: I sistemi democratici sono alle prese, sia a livello internazionale sia all’interno dei singoli paesi, con radicali processi di trasformazione e con sfide che rischiano di metterne in pericolo la stabilità e di alterarne i tradizionali meccanismi di funzionamento. Si tratta di processi e sfide che, proprio per il loro carattere radicalmente innovativo, dovrebbero spingere gli studiosi di politica ad uno sforzo analitico e interpretativo a sua volta originale, che per conseguire risultati apprezzabili dal punto di vista conoscitivo dovrà però tenere conto degli strumenti di ricerca offerti dalle più diverse discipline che hanno nella “politica” (e nei fenomeni ad essa connessi) il loro principale focus tematico.
Come accennato, i cambiamenti in atto nei sistemi democratici possono essere osservati su scala globale come all’interno delle singole realtà statuali.
Da una prospettiva transnazionale, si pensi al fenomeno cosiddetto delle “transizioni democratiche”, il cui esempio più recente sono state le “primavere arabe”, o alla questione di quali siano i rapporti esistenti tra democrazia ed economia di mercato, resa sempre più attuale dal ruolo preponderante che la Cina riveste sulla scena politico-economica mondiale.
Da una prospettiva interna, i mutamenti accennati si possono riassumere, per comodità espositiva, nei seguenti punti:
1. La crisi economica e le prospettive, nei paesi democratici, di una stabile diminuzione del tasso di crescita e di una riduzione dei sistemi di welfare (consenso democratico e benessere);
2. La democrazia e la Rete (con le ipotesi à la Grillo di una democrazia diretta finalmente possibile);
3. Lo svuotamento del potere degli Stati nazionali, ad opera della globalizzazione economico-finanziaria e dei vincoli posti da istituzioni sovranazionali come l'UE (la democrazia finora si è sviluppata solo a livello nazionale);
4. La giuridicizzazione della politica come fenomeno internazionale (e dunque il crescente potere politico di chi, i magistrati, non è sottoposto al voto);
5. La democrazia del pubblico come forma radicalmente diversa dalla precedente storia democratica (dunque democrazia e media);
6. La crisi della dimensione privata – così fondamentale per la libertà – di fronte alle nuove tecnologie del controllo.
Come si vede di tratta di temi che, singolarmente e tutti insieme considerati, sollecitano non pochi interrogativi, aprendo così la strada a ricerche e discussioni. Che è esattamente l’obiettivo che si propone l’Osservatorio. Attraverso il coinvolgimento delle diverse competenze disciplinari presenti all’interno del Dipartimento si intende promuovere seminari, convegni, dibattiti e progetti di ricerca il cui obiettivo strategico, partendo dallo studio delle trasformazioni che investono le democrazie contemporanee, è quello di interrogarsi su come si stiano modificando gli equilibri politici mondiali, gli attori politici e i modelli istituzionali, e probabilmente il modo stesso di concepire la politica che abbiamo ereditato da una tradizione secolare.